A sorprendere non è tanto la notizia in sé, quanto che essa si sia fatta attendere così a lungo.
Il sergente Andy Colborn ha presentato una denuncia per diffamazione ai danni dei produttori di Making a Murderer, docu-serie di successo targata Netflix, in virtù di come veniva rappresentato al suo interno. Il documentario, infatti, implica pesantemente che Colborn abbia giocato due ruoli importanti nell’incriminazione di Steven Avery per l’omicidio di Teresa Halbach. I legali di Avery affermano che costui ed un altro ufficiale avrebbero posizionato delle prove nella roulotte di Avery, collegandolo così al crimine, e che Colborn avrebbe trovato l’auto della Halbach dopo la sua scomparsa, riposizionandola così da farla ritrovare nella proprietà di Avery.
Colborn è andato in pensione nel corso di quest’anno, ma la denuncia è arrivata solo ora. Al suo interno si legge: “nonostante le prove schiaccianti in merito alla colpevolezza di Avery e Dassey e l’assoluta mancanza di prove a supporto della tesi della difesa, che accusa una cattiva condotta della polizia, i difensori hanno falsamente indotto negli spettatori il fermo convincimento che il querelante ed altri abbiano posizionato prove al fine di incastrare Avery per l’omicidio Halbach. I difensori hanno omesso, distorto e falsificato materiale e fatti significativi per dipingere il querelante come un ufficiale di polizia corrotto che ha posizionato prove per incastrare un uomo innocente. I difensori hanno fatto ciò con reale malizia ed in modo da rendere la serie più profittevole e di successo agli occhi dei loro colleghi, così facendo sacrificando e diffamando la persona e la reputazione del querelante“.
Gli avvocati di Avery hanno ipotizzato che Colborn e gli altri ufficiali avessero un conto in sospeso con l’uomo a causa di una denuncia da lui presentata nei confronti del dipartimento per una sua precedente erronea condanna, motivo per il quale lo avrebbero incastrato per l’omicidio in questione. Making a Murderer si concentra molto su questo aspetto, inducendo nello spettatore il convincimento che effettivamente si tratti di una caso di corruzione all’interno degli uffici di polizia.
